La scuola dell’Infanzia PRINCIPESSA MARGHERITA è una scuola di ispirazione cristiana cattolica. Questo significa che ha come valori fondanti il suo essere e il suo agire i valori cristiani. I principali valori di riferimento sono:amore e rispetto della persona, solidarietà, libertà, rispetto dell’ambiente, responsabilità, accoglienza e valorizzazione di tutti i bambini e le bambine.
I bambini alla Scuola dell’Infanzia Principessa Margherita hanno molte occasioni per avvicinarsi alla storia di Gesù e del suo Vangelo. La preparazione ai momenti di festa religiosi (festa di Padre Barrè, festa di Natale, Pasqua, Festa della Vita,Festa della Famiglia, Festa dei Diplomi) diventano un importante percorso di crescita inserito nel più grande percorso dell’educazione religiosa, che si compone sia di un progetto di religione portato avanti settimanalmente sia quotidianamente nelle modalità di relazione e di approccio alla vita.
In materia di “Insegnamento della Religione Cattolica” – IRC si ricorda che l’articolo 9.2 della Legge 121 del 25 marzo 1985 cita “La Repubblica Italiana, riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo conto che i principi del cattolicesimo fanno parte de patrimonio storico del popolo italiano, continuerà ad assicurare nel quadro delle finalità della scuola, l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche non universitarie di ogni ordine e grado”.
Di conseguenza ciascun campo di esperienza proposto ai bambini viene integrato come segue:
- Il sé e l’altro – Scopre nei racconti del Vangelo la persona e l’insegnamento di Gesù, da cui apprende che Dio è Padre di tutti e che la Chiesa è la comunità di tutti gli uomini e donne unita nel suo nome, per sviluppare un positivo senso di sé e sperimentare relazioni serene con gli altri, anche appartenenti a differenti tradizioni culturali e religiose.
- Il corpo in movimento – Riconosce nei segni del crpo l’esperienza religiosa propria e altrui per cominciare a manifestare in questo modo la propria interiorità, l’immaginazione e le emozioni.
- Linguaggi, creatività, espressione – Riconosce alcuni linguaggi simbolici e figurativi caratteristici delle tradizioni e della vita dei cristiani (segni, feste, preghiere, canti, gestualità, spazi, arte) per poter esprimere con creatività il proprio vissuto religioso.
- I discorsi e le parole – Impara alcuni termini del linguaggio cristiano, ascoltando semplici racconti biblici, ne sa narrare i contenuti riutilizzando i linguaggi appresi, per sviluppare una comunicazione significativa anche in ambito religioso.
- La conoscenza del mondo – Osserva con meraviglia ed esplora con curiosità il mondo, riconosciuto dai cristiani e da tanti uomini religiosi come dono di Dio Creatore, per sviluppare sentimenti di responsabilità nei confronti della realtà, abitandola con fiducia e speranza.
Il bambino nella scuola dell’infanzia
La scuola dell’infanzia si rivolge a tutti i bambini e le bambine dai tre ai sei anni di età ed è la risposta al loro diritto all’educazione e alla cura presenti nella Costituzione della Repubblica e nella Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e nei documenti dell’Unione Europea (Rif. “Indicazioni nazionali per il curricolo “ 2012).
La scuola dell’infanzia si propone di:
- consolidare l’identità vivendo serenamente tutte le dimensioni del proprio io
- sviluppare l’autonomia avendo fiducia in sé e negli altri
- acquisire delle competenze giocando muovendosi, manipolando, curiosando, domandando, imparando a riflettere sull’esperienza
- vivere le prime esperienze di cittadinanza scoprendo l’altro da sé e costruendo la consapevolezza della necessità di avere regole condivise.
Tali finalità sono perseguite attraverso l’organizzazione dell’ambiente di vita , inteso come spazio fisico, relazionale e rituale quotidiano condiviso dalla scuola con le famiglie e la comunità.
Il curricolo alla scuola dell’infanzia infatti non coincide solo con la progettazione delle attività didattiche, ma si compone anche di una progettualità più ampia che comprende l’integrazione dei momenti di cura, di relazione, di routine che svolgono una funzione di regolamentazione del tempo e dei ritmi nella giornata scolastica. Per questo motivo gli spazi sono pensati e curati per essere famigliari, accoglienti , ben curati dagli insegnanti e dai bambini , interessanti e adeguati ai bisogni dei bambini sia individuali che sociali. L’aspetto educativo è intensamente correlato all’aspetto didattico, che nella scuola dell’infanzia viene visto come possibilità di fare esperienza e di imparare da essa.
Le classi sono eterogenee per età: riteniamo fondamentale creare un ambiente relazionale ricco di diversità. Il bambino in questo modo acquisisce delle competenze sia nella relazione con i più grandi, che con i più piccoli.
I laboratori e le attività, al contrario, sono pensati e progettati per fasce d’età, per rispondere al meglio alle diverse esigenze dei bambini e per facilitare lo sviluppo delle competenze con un lavoro mirato.
Tali laboratori vengono progettati e condotti dalle insegnanti, tranne per alcuni laboratori in cui è prevista la presenza di specialisti esterni.
I laboratori hanno una progettualità pluri-annuale, in ottica di una continuità verticale che dia senso al progetto curricolare. Ogni laboratorio ha come finalità lo sviluppo di alcune competenze nei vari campi di esperienza rapportate alla fascia d’età, ma tenendo sempre in considerazione i traguardi di sviluppo delle competenze espresse nelle indicazioni nazionali 2012, da raggiungere al termine della scuola dell’infanzia.
Gli alunni con bisogni educativi speciali
Nella scuola dell’infanzia sono accolti anche bambini con bisogni educativi speciali (BES) intesi come da normativa, non solo come bambini diversamente abili, ma anche bambini che hanno richiesta di speciale attenzione per motivi vari: svantaggio sociale, culturale, disturbi del comportamento ecc ….
La scuola dell’infanzia prende in carico le diverse situazioni, creando un progetto curricolare caratterizzato dall’inclusività. Tale progetto si articola con:
- la creazione di una rete tra scuola, specialisti, ASL, Comune e famiglia per delineare un progetto condiviso che tenga in considerazione l’unicità della storia personale del bambino e del suo sviluppo potenziale;
- La creazione di un progetto che parta da una base comune (inclusiva) per articolarsi poi in una differenziazione che sia funzionale allo sviluppo di competenze particolari individuate nel progetto annuale di intervento.
Il patto di corresponsabilità educativa
La legge 53/03 ha rappresentato per i genitori e la nazione un ulteriore stimolo per parlare di scuola; l’interesse spesso si è limitato all’informazione sul futuro dell’organizzazione scolastica piuttosto che al processo di educazione dei figli tenuto conto che “la scuola contribuisce alla formazione integrale delle ragazze e dei ragazzi… nel rispetto della primaria responsabilità educativa dei genitori.” In qualità di co – educatori con la scuola, la partecipazione dei genitori non può limitarsi ad essere formale, rituale e distaccata come a volte accade negli Organi Collegiali, bensì dovrà essere centrata sui reali problemi educativi.
Per questo nella prima assemblea dei genitori viene presentato alle famiglie il patto educativo riguardante:
- le modalità di ascolto e riconoscimento dei bisogni del bambino;
- le modalità comunicative adulti/bambini e scuola/famiglia funzionali al confronto;
- le regole condivise;
- la risoluzione non violenta dei conflitti;
- le linee guida della progettazione didattica e le metodologie adottate;
- le attività e le uscite che accompagnano i percorsi didattici.
Il patto con i genitori presuppone un’azione educativa concordata, condivisa e praticata all’interno del team docente con riferimento a:
- capacità di migliorare autonomia ed autostima del bambino;
- socializzazione: il confronto, il conflitto;
- integrazione del diverso;
- capacità di ascoltare e di inviare messaggi chiari;
- modalità organizzative della giornata scolastica;
Fin dai primi anni di scuola dell’infanzia il patto va esplicitato anche con i bambini con particolare riferimento alle seguenti aree:
- modalità di relazione adulto/bambino;
- le regole all’interno della classe e della scuola;
- utilizzo e rispetto dei materiali comuni;
- l’integrazione del diverso;
- la collaborazione nell’apprendere.
Il patto con i genitori viene rafforzato dagli incontri nelle assemblee di classe, nei colloqui individuali, negli incontri informali, nel lavoro comune prestato in occasione di particolari iniziative scolastiche; i contenuti del patto sono in riferimento a:
- condivisione delle regole della scuola (orari di ingresso/uscita, le uscite anticipate…);
- modalità di ascolto del bambino valorizzando le esperienze fatte sia a casa che a scuola;
- modalità di accettare/integrare le diversità;
- contenimento di eventuali tensioni dovute a reciproche incomprensioni;
- partecipazione del genitore alle iniziative della scuola;
- modalità di valutazione ed osservazione;
- condivisione di atteggiamenti/comportamenti/valori finalizzati alla crescita del bambino;
- motivazione al fare.